Il nome Genova Rulli, nei vastesi di una certa età, evoca subito una profonda nostalgia per i valori di un tempo passato che ora non c’è più. Questo perché il Cavalier Luigi Genova Rulli, Presidente di Corte d’Appello, morto a 95 anni senza eredi nel 1941, donò i beni che gli appartenevano come ultimo esponente delle due famiglie nobiliari dei Genova e dei Rulli per realizzare un ospizio per orfanelle. 

Nel 1949 l’Opera Pia, affidata alle suore della Croce, si trasferì nel Palazzo della Penna, una palazzina fortificata seicentesca appartenuta ai d’Avalos nella valle del fiume Lebba, arrivando ad ospitare fino a quaranta ragazze contemporaneamente. L’istituzione, oggi trasformata in una casa di accoglienza laica, dopo aver abbandonato la palazzina della Penna a seguito del terremoto del 1980, è attiva presso una palazzina ottocentesca, parte del lascito in località Incoronata e continua a reggersi sui proventi della gestione di un fondo agricolo di ben 280 ettari che, gestito prima in mezzadria, oggi in affitto da diversi conduttori, costituisce tuttora una delle maggiori proprietà fondiarie della zona. La storia della casata nobiliare dei Genova di Vasto risale al 1646, quanto Cintio Genova, di famiglia mercantile proveniente dalla repubblica marinara genovese, acquisì il titolo di Barone di Salle.

Appartenenti alla casata furono numerosi mastrogiurati della città del Vasto, fra cui Nicola nel 1665 e Matteo nel 1763. Di rilievo storico fu la figura del barone Pasquale Genova, Presidente del Consiglio Provinciale dell’Abruzzo Citeriore nel 1810 e nel 1821. In seguito alla soppressione degli enti ecclesiastici nel 1809, acquistò il convento dei Cappuccini a Sant’Anna, trasformandolo nell’attuale palazzina. All’epoca dei moti rivoluzionari vastesi del 1799, fu proclamato dai sanfedisti Quadrunviro della Città col titolo di Generale. I francesi giunti a sedare la rivolta gli conferirono la carica di Municipalista. Suo fratello Berardino Genova fu a sua volta mastrogiurato a inizio Ottocento, così come suo figlio Giuseppe nel 1829. Il secondogenito Ludovico prese in moglie Giovanna, figlia del barone Giuseppe Antonio Rulli, prendendo dimora nel palazzo che oggi porta il nome di entrambi.